LA PALIFICATA

Dopo la tragica alluvione del novembre 1994, il WWF di Asti organizzò un grande convegno, in collaborazione col Comune di Asti, per ribadire l'importanza della gestione del territorio con tecniche d'ingegneria naturalistica, senza l'utilizzo del cemento, ma solo con l'impiego di elementi naturali; nel corso del convegno venne preannunciata la costruzione di una "Palificata" a Villa Paolina, per imbrigliare il fronte collinare retrostante gli edifici, che negli anni di abbandono era smottato ripetutamente, ostruendo ormai una grande parte dell'ampio cortile.LA PALIFICATA La palificata è stata realizzata nell'aprile 1995 ed è stata il primo esempio d'ingegneria naturalistica eseguito in provincia di Asti, cui sono seguiti numerosi altri interventi anche su fronti franosi ricorrenti. Il lavoro progettuale interdisciplinare ha visto la partecipazione di Giorgio Baldizzone, biologo, di Vittorio Fiore, architetto, di Guido Blanchard, dottore forestale, di Ernesto Doglio Cotto, agronomo e di Grazia Lignana, geologa.
Inoltre nella esecuzione pratica dell'opera sono stati coinvolti anche numerosi attivisti della sezione di Asti del WWF. Si tratta di un'opera in legno a gabbione, riempita con materiale di scavo (di tessitura sabbiosa) risultante dallo stesso fronte collinare franato, nella quale sono state inserite piante e talee. L'intera struttura è fissata mediante pioli in legno al basamento; quest'ultimo è costituito da una strato di ciottoloni. I correnti, vincolati con chiodature e legature, sostengono e proteggono lo strato superficiale del terreno, mentre le piante, approfondendosi con le radici, ancorano gli strati sottostanti.
Il legname utilizzato per tale costruzione, con specifici requisiti di resistenza e durevolezza, è quello di robinia e di castagno, facilmente reperibile in zona, oltre al materiale di risulta conseguente al piano di assestamento forestale del parco. Le piante vive messe a dimora, tutte scelte tra specie autoctone in funzione della robustezza delle radici, della tipologia del terreno, dell'esposizione della collina sabbiosa ed anche, in ultima analisi, dell'effetto paesaggistico, sono state in parte costituite da talee, in grado di attecchire abbastanza bene in brevi periodi, ed in parte piantine radicate, fornite per la maggior parte da un vivaio della Regione Piemonte, che sviluppano più lentamente l'apparato radicale ma garantiscono una migliore resistenza nel tempo. LA PALIFICATA
Le talee utilizzate, reperite sulle sponde del Tanaro, sono di salice bianco (Salix alba) tipico delle sponde fluviali e dei greti ciottolosi, in grado di resistere agli stress idrici causati dall'esposizione della pendice e dal tipo di substrato. Fra le piante radicate si è ricorso all'orniello (Fraxinus ornus), al ciliegio selvatico (Prunus avium), all'acero campestre (Acer campestre), al nocciolo (Corylus avellana), alla roverella (Quercus pubescens) ed alla ginestra dei carbonai (Cytisus scoparius), al ligustro (Ligustrum vulgare), al carpino nero (Ostrya carpinifolia) ed al sorbo montano (Sorbus aria). A partire dal momento della messa in opera e per un certo periodo di tempo, la funzione di sostegno viene assolta dalla struttura in legno, ma con il passare degli anni e con il degradare del materiale legnoso, sono le piante che, con il loro apparato radicale, gradualmente si sostituiranno in questa funzione. Inoltre le essenze arboree ed arbustive hanno il compito di favorire il drenaggio attraverso la traspirazione, prevenendo cedimenti o l'erosione del materiale di riempimento.
A monte della palificata di sostegno, si è proceduto al rimboschimento della pendice: a questo scopo sono state utilizzate piantine di specie tipiche dell'ambiente naturale circostante, quali tigli, ginestre di varie specie, ciliegio selvatico, carpino nero, orniello, acero campestre, sorbo montano, sorbo degli uccellatori (Sorbus aucuparia), farnia (Quercus robur) e bagolaro, oltre a numerose altre specie messe a dimora negli anni successivi. Durante il lavoro di scavo della collina per questo lavoro, è venuto alla luce un interessante giacimento di foglie fossili [FILLITI].